E’ stato intervistato dalla redazione del centro sportivo Seven Infinity di Gorgonzola, l’attaccante numero 9 della A.S. Giana Erminio, classe 1979 Salvatore Bruno. L’acquisto più pregiato di questa stagione aveva spinto la società biancoceleste a pochi passi dalle posizioni di alta classifica, ma l’infortunio ha complicato un po’ il suo percorso. Infatti prima dello stop aveva segnato ben 7 reti in 15 partite.
Apre l’intervista raccontando cosa significa indossare il n°9: “Per me significa molto. Sono nato il 9 novembre e a parte la data di nascita è un numero che mi segue in tutta la vita. Nonostante sia un napoletano verace, non ho particolari scaramanzie. Cerco di ripetere al massimo le stesse cose la settimana successiva alla domenica che ho fatto gol (ride, ndr). Ho due bambini splendidi. Una femminuccia di dieci anni, ed un maschietto di quattro anni che attendo di potergli far calcare i primi campi di calcio. Ma solo per gioco, non certo con spirito agonistico. Almeno per adesso. La bambina invece vorrebbe praticare tennis“.
Si sofferma sul primo approccio con il pallone: “In verità ho giocato solo a calcio e ho iniziato molto tardi. A dieci anni mi trovavo ancora con gli amici a giocare per strada. E che strada! Erano le vie di Scampia. Quartiere ahimè noto a tutti. Ma per me quella strada è stata fondamentale. Mi ha insegnato il valore più grande, l’umiltà. È una dote che mi riconoscono in molti e che mi è servita in tutta la mia carriera. A parte lo sport sono due anni che suono il pianoforte …mi rilassa e mi trasmette belle emozioni“.
Successivamente racconta sorridente dell’esordio in serie A, con la maglia del Napoli: “Esordire nella squadra della mia città è stato da brividi. Forse troppo presto, avevo solo diciassette anni. Il San Paolo è stato magico per me e per tutti i familiari che mi stavano guardando in tribuna. Un ricordo indelebile. Come del resto i tredici anni in Serie B a girare gli stadi di tutta l’Italia. Fino a Gorgonzola. Dove ho trovato una dimensione stupenda e una società davvero attenta. L’unico rammarico è di non essere arrivato a cento gol tondi…ma quelli spero di farli qui (ride… ma lo sguardo è convinto!, ndr). Mi sento ancora di dare molto al calcio e alla Giana, poi spero di avere la lucidità necessaria per capire quando smettere senza rimpianti e non quando sarà troppo tardi“.
In chiusura la situazione del suo infortunio: “Sono rientrato due domeniche fa nella partita sfortunata contro il Pavia. Adesso, tutti uniti e concentrati dobbiamo portare a casa i punti salvezza il prima possibile. In allenamento non sono così bravo. Mi impegno, chiaro, ma le cose non vengono così bene come invece vengono in partita. In tanti anni mi son trovato meglio a giocare le partite. Sono più “cattivo” sotto pressione e riescono le giocate anche più difficili”
Servizio a cura di Davide Villa