Gorgonzola, 16.03.2018 – E’ velocemente arrivata la sentenza del Tribunale fallimentare di Arezzo che condanna al fallimento la società amaranto per “il sostanziale disinteresse mostrato dal socio di maggioranza e in un tale sconfortante scenario che nessun dubbio sussiste circa lo stato di dissesto dell’Us Arezzo”.
Il giudice concede però l’esercizio provvisorio, subordinato al versamento di 370 mila € tra contributi, stipendi e spettanze ai debitori, entro il termine previsto dalla Lega (venerdì 16 marzo), e che quindi consentirà di portare a termine la stagione sportiva.
L’Arezzo ricomincerà a giocare già da sabato a Viterbo, dopo 30 giorni di stop per rinvio delle partite, in attesa delle penalizzazioni per irregolarità nei pagamenti, che dovrebbero sottrarre ai toscani altri 8 punti in classifica, passando da 28 a 20 punti effettivi, uno in più del Prato ultimo in classifica, ma con tre partite da recuperare (Livorno e Monza in casa e a Olbia in trasferta).
Molti addetti ai lavori e soprattutto i tifosi avversari hanno un po storto il naso per questo grande sforzo comune di tenere in vita una squadra che non ha rispettato le regole, insinuando il sospetto di un campionato falsato. A rispondere è mister Pavanel: ”Campionato falsato? Io capisco che le altre società si lamentino, ma non è responsabilità dell’Arezzo se siamo stati gestiti da banditi’. In effetti, come si fa a penalizzare una squadra, una città e tutti i suoi tifosi per una gestione scellerata? D’accordo che i regolamenti vanno rispettati per un criterio di equità, ma perché far ricadere le conseguenze sulla gente che ama identificarsi con i colori di un club di calcio.
Bisognerebbe piuttosto intervenire a monte, stabilire delle regole che impediscano a degli sconsiderati di prendere possesso di una società di calcio professionistica, non è più accettabile che migliaia di persone che hanno a cuore la propria squadra del cuore debbano sopportare umiliazioni continue da parte di gente poco seria e per niente affidabile.
